The Last Door

The Last Door
 

The Last Door è un'avventura grafica punta e clicca horror a episodi prodotta e pubblicata dallo studio indipendente spagnolo The Game Kitchen per Android, iOS, Microsoft Windows, Mac OS e Linux. Sino a gennaio 2016 sono stati rilasciati otto episodi, raccolti in due stagioni. Una Collector's Edition, con contenuti aggiuntivi, della prima stagione è stata pubblicata nel maggio 2014 da Phoenix Online Publishing. Il 26 ottobre 2015 è stato pubblicato The Last Door Season 2: Collector's Edition.

Ambientazione
La trama ruota attorno a quattro amici d'infanzia, di cui il giocatore controlla Jeremiah Devitt, che tentano di esplorare un territorio paranormale conosciuto come "the Veil". La storia prende piede nel 1891, molto dopo la separazione dei quattro, quando Devitt viene spinto dalle ultime volontà del suo amico Anthony Beechworth ad investigare le forze sovrannaturali che ora minacciano il gruppo.

Le atmosfere del gioco, dalle ambientazioni lugubri e decadenti, si ispirano al lavoro di autori come Edgar Allan Poe e H. P. Lovecraft, con tutte le citazioni del caso. Viene inoltre citata la rivista Weird Tales.

Circa la precisa ambientazione cronologica gli autori affermano:

"Abbiamo deciso di ambientare il gioco in un tempo ben preciso in modo da farlo apparire come un diario, pensando a romanzi come Dracula. La data del 1891 ci ha permesso di avere un'ambientazione Vittoriana, ma abbastanza vicina alla fine del secolo da poter dare un senso di familiare modernità. È comunque vero che con una data specifica c'è una particolare difficoltà nell'adattare realisticamente il mondo Vittoriano Inglese, ma abbiamo cercato di essere quanto più fedeli possibili, pur permettendoci qualche licenza artistica per migliorare l' esperienza narrativa.

Ad esempio, avevamo inizialmente creato The Carnival of Venice in forma di cilindro, ma abbiamo scoperto che per i giocatori era difficoltoso comprendere di cosa si trattasse. Avevamo bisogno di spiegare che il Cilindro di Cera era uno strumento di registrazione audio e che conteneva quel brano, e dovevamo farlo utilizzando troppi pixel e poco testo. Per semplicità abbiamo deciso di sostituirlo con un semplice disco in vinile, un oggetto con cui i nostri giocatori hanno più familiarità."

Non mancano comunque citazioni ad autori contemporanei, come David Lynch, o ad opere come Maniac Mansion, Amnesia: The Dark Descent, The Wicker Man, Mulholland Drive, Twin Peaks, Invito a Cena con Delitto.

Episodi
Prima Stagione
#     Titolo     Data di pubblicazione
1     The Letter     11 marzo 2013
2     Memories     21 giugno 2013
3     The Four Witnesses     18 ottobre 2013
4     Ancient Shadows     14 febbraio 2014
Extra (Prima Stagione)
#     Titolo     Data di pubblicazione
1     The Morgue     20 maggio 2014
2     Death Sentence     20 maggio 2014
3     Wanderer in the Fog     20 maggio 2014
4     Beechworth's Wake     20 maggio 2014
Seconda Stagione
#     Titolo     Data di pubblicazione
1     The Playwright     31 ottobre 2014
2     My Dearest Visitor     6 aprile 2015
3     The Reunion     17 agosto 2015
4     Beyond the Curtain     15 gennaio 2016

Sviluppo
The Last Door è stato prodotto tramite crowdfunding su Kickstarter nel dicembre 2012, e il primo episodio è stato rilasciato nel marzo 2013, seguito da altri tre episodi. Ciascuno dei nuovi episodi è stato sbloccato a seguito di una donazione in denaro, secondo un efficace modello finanziario che ha permesso lo sviluppo dell'intera serie.

Inoltre The Game Kitchen ha lasciato che la community avesse un ruolo rilevante nello sviluppo degli episodi, aiutando il team a ricercare bugs e suggerendo eventuali migliorie.

Il gioco è stato sviluppato ad episodi dal 2013 al 2016. Sul finire del 2015 è stato annunciato che la serie sarebbe finita con il finale della Seconda Stagione, poiché il gioco non garantiva abbastanza introiti per The Game Kitchen, e gli sviluppatori preferivano dedicarsi ad altri progetti. Il finale della serie è stato rilasciato nel gennaio 2016. Gli sviluppatori hanno comunque precisato che il finale non è da intendersi necessariamente come la fine della saga, poiché il progetto potrebbe eventualmente essere riaperto in futuro.

La colonna sonora di tutti gli episodi è stata composta e arrangiata da Carlos Viola.

Modalità di gioco
Il gioco è un'avventura grafica punta e clicca dalla grafica 8-bit. Il giocatore controlla un personaggio facendolo muovere fra diverse schermate, con la possibilità di raccogliere ed utilizzare oggetti, generalmente con un unico utilizzo specifico, e risolvere puzzle per poter progredire nella storia. Gli episodi iniziano con diverse aree della mappa inaccessibili, che possono essere sbloccate tramite l'utilizzo di chiavi o tramite l'uso degli oggetti, che possono anche essere combinati fra loo per crearne di nuovi. Ogni capitolo presenta un'ambientazione diversa. Nei primi tre episodi della Seconda Stagione è stato introdotto un mondo più ampio in cui è possibile spostarsi veloce mentre fra le aree della mappa.
Critica

Il gioco ha ricevuto recensioni positive dalla critica e dai fan del genere, è stato definito "Semplice ma d'effetto", "una grande esperienza narrativa da brivido".

I puzzle sono stati descritti come "generalmente semplici", e lo stile grafico come "ottimo per dare al gioco la giusta atmosfera".[11] La trama "garantisce momenti da pelle d'oca" ma è stata considerata incompiuta da alcune recensioni.[10]

http://it.wikipedia.org/

The Last Door è un'avventura indie punta e clicca sviluppata da The Game Kitchen, un gruppo di tre ragazzi spagnoli con una passione per Lovecraft e l'horror (o forse più per Edgar Allan Poe). E' stata finanziata inizialmente con kickstarter e poi tramite donazioni private sul sito del gioco, man a mano che venivano rilasciati i capitoli.
Qualche tempo fa, è uscito l'ultimo capitolo della “prima stagione” ed è stata rilasciata finalmente la Collection Edition, che presenta nuove scene giocabili, una OST rimasterizzata e dei bonus sbloccabili.
Ma com'è il gioco in sé? Andiamo a vedere.

Noi vestiremo i panni di Jeremiah Devitt; nel primo capitolo riceveremo una lettera da un nostro amico, Anthony Beechworth, che ci chiederà di recarci alla sua villa con urgenza. Una volta arrivati, però, troveremo la villa deserta e buia, e ci toccherà investigare per scoprire cosa è accaduto e come mai siamo stati convocati.
Dal momento che un capitolo comincia esattamente dove era terminato il precedente, non posso svelarvi altro della trama. Quello che posso dirvi è che, nonostante sul sito del gioco l'avventura sia stata pubblicizzata come un horror ispirato a Lovecraft, The Last Door di lovecraftiano ha ben poco, almeno nei primi quattro capitoli che compongono la prima stagione. L'atmosfera, perfettamente creata e mantenuta dai designer, è molto più vicina a quella dei racconti di Poe, e anche se la storia ben presto si incammina sulla linea fra il reale e il visionario, i ragazzi di The Kitchen Games sembrano sapere quel che stanno facendo e dove vogliono andare a parare. Se alla fine del primo capitolo resterete con molte domande in sospeso, e alla fine del terzo avrete ancora più domande, per la fine del quarto molti dei dubbi saranno stati risolti, anche se il mistero centrale resterà oscuro (e la stagione terminerà con un cliffhanger, ve lo dico subito). Al momento in cui scrivo la recensione, solo un evento del gioco mi dà l'impressione di essere stato aggiunto senza reale motivo e di non essere stato spiegato a sufficienza.
Nonostante la storia sia del tutto lineare, nei capitoli sono sparpagliate diverse “chicche”. Alcune sono “semplici” segreti, da trovare e basta: nella sezione achievements poi scoprirete se li avete beccati tutti. Altre sono delle scelte, che nonostante non cambino la direzione della storia, sono aggiunte carine. E' anche presente un “bad ending” in uno dei capitoli.

Veniamo alla domanda che, se siete dallo spavento facile come la sottoscritta, vi starete ponendo da quando avete aperto la pagina: ma, quindi, fa paura? La risposta è nì. Se siete amanti dell'horror, non vi spaventerete granché, l'atmosfera è più sull'inquietante e sul disturbante che sullo spaventoso. The Cat Lady, titolo già recensito su OGI, è molto più “spaventoso”, per fare un paragone. Vi avviso però che ci sono alcune scene un po' forti, come un suicidio, che hanno dato fastidio a qualche giocatore.

Passiamo al gameplay: The Last Door è un'avventura punta-e-clicca che unisce un sistema di enigmi abbastanza semplificato a una gestione molto cinematografica della storia e delle scene. Per essere più espliciti: non vi aspettate Monkey Island, o neanche un Deponia. Qui gli enigmi sono quasi sempre molto più semplici, le locations sono ovviamente molte meno, e raramente mi è capitato di dover rimuginare a lungo su un passaggio che non riuscivo a superare. Per la maggior parte, gli enigmi sono anche logici e ben sparsi nel corso del gioco; qua e là si incappa in un paio di trovate dalla risoluzione inverosimile, ma capita raramente. Inoltre, nonostante i capitoli siano alla fin fine lineari, spesso possiamo risolvere due o più enigmi nell'ordine che preferiamo: girando per la casa di Beechworth o per alcune delle locations dei capitoli successivi, si ha, in piccolo, un certo senso dell'esplorazione che spesso nelle avventure grafiche odierne non si percepisce.

Un difetto che può dare fastidio, e che ricorda subito al giocatore la natura di “giochino in flash” di The Last Door, è il numero degli hotspot, davvero pochi, e il fatto che quando proviamo a combinare due oggetti non correlati fra loro, non sempre appaia una frase di commento a schermo. Per esempio, se dobbiamo tagliare un panno, e abbiamo a disposizione delle forbici, provando ad usarle si potrebbe ottenere la frase “Mi serve qualcosa di più affilato”. Se proviamo a usare, chessò, una torcia col panno, appare solo una “x” rossa al posto del nostro cursore, senza alcun commento. Non è un difetto grave, ma può lasciare un po' spaesati agli inizi del gioco.

Altra “particolarità” è il cursore: di default sarà una lente d'ingrandimento, e non potremo passare dal comando “guarda” a quello “usa” o “prendi” quando vogliamo noi. Dovremo cliccare sull'oggetto che ci interessa, Devitt lo esaminerà e poi, se e solo se potrà prenderlo o usarlo, il cursore diventerà da solo una mano. Di nuovo, non è la fine del mondo, ma è un'altra semplificazione che toglie un po' di sfida al titolo.

La grafica, come potete vedere dagli screenshots, non è low res: è estremamente low-res! E' così low-res, infatti, che spesso gli oggetti sono solo due pixel sullo sfondo. Questo potrebbe portare a pensare che The Last Door parta con uno svantaggio enorme dal punto di vista visivo, invece i designer di The Kitchen Door sono riusciti a fare piccole meraviglie con così poco. Tanto per cominciare, anche se non si nota a prima vista, tutte le locations sono estremamente curate nei dettagli: ogni pixel è collocato con tale maestria, che intere scene sono evocate grazie a pochi puntini sullo schermo. Allo stesso modo, con pochi espedienti, tipo il tempismo con cui sono gestite le transizioni in e dal nero, le posizioni dei personaggi e gli effetti sonori, gli autori hanno saputo ricreare un grande senso di cinematograficità. I fondali e i personaggi sono sempre riconoscibili, pur se rappresentati da così pochi pixel, e le animazioni mi sono parse adeguate. In particolare, ho apprezzato come Devitt acceleri o rallenti la sua camminata a seconda del grado di luce che c'è nell'ambiente: muoversi al buio con una lampada sarà diverso rispetto a muoversi alla luce.

A proposito del suono: oltre agli effetti sonori di cui dicevo, The Last Door presenta delle musiche di sottofondo molto carine, ma nessun doppiaggio. E dal momento che alcuni di questi effetti sonori sono indispensabili per risolvere degli enigmi, nel menu delle opzioni è disponibile l'opzione per attivare l'audio per non udenti. Al di là della qualità del titolo, è raro vedere un gioco che presenti opzioni per i disabili. The Last Door dà anche la possibilità di impostare un lettering diverso da quello standard, meno “pixelloso”, per aiutare i dislessici. Complimenti ai ragazzi di The Kitchen Games per queste piccole aggiunte.

E siccome stiamo parlando di aggiunte... nella Collector's Edition potete visionare alcuni Extra: sono delle piccole scenette, da 5-10 minuti l'una, che mostrano eventi secondari rispetto alla trama principale. Per esempio, se nel capitolo due incontrerete un personaggio, in uno di questi Extra potrete vedere che fine farà, oppure com'è finito lì dove l'avete incontrato. Niente per cui strapparvi i capelli, insomma, solo delle piccole ciliegine sulla torta.

Quello per cui forse avrete voglia di strapparvi i capelli è la durata del gioco: ogni capitolo dura circa un'oretta; quindi la prima stagione dura dalle quattro alle sei ore di gioco, a seconda di quante volte restate bloccati su un passaggio particolarmente ostico. Pochino, in effetti, specialmente per i 10 euri che vi vengono chiesti per comprarlo (a meno che non andate su Desura, dove costa 6,99 euro e potete scaricarlo senza DRM), ma il gioco non dà l'impressione di essere stato tagliato, la lunghezza dei capitoli è quella giusta.

In realtà, tutto il ritmo della narrazione è “giusto”: nel gioco non c'è mai un punto morto, quasi mai un evento o personaggio inutile ai fini della storia, si procede sempre in maniera molto fluida dall'inizio alla fine. The Last Door mi è sembrato molto simile, nelle intenzioni, a The Cat Lady: entrambi propongono un gameplay semplificato, ma non ridotto all'osso; entrambi usano delle peculiari scelte di stile grafico per enfatizzare, seppur in modi diversi, l'effetto cinematografico delle scene; entrambi cercano di creare determinate emozioni o stati d'animo nel giocatore. In sostanza, entrambi puntano molto sulla narrazione e sull'impatto emotivo, senza rinunciare al gameplay vero e proprio e usando in modo molto attento uno stile artistico peculiare.

Quindi, vale la pena comprare questo The Last Door? Se il genere, l'horror psicologico alla Edgar Allan Poe, vi piace, e il gameplay semplificato non vi schifa, vale i soldi dell'acquisto. Se, viceversa, non sopportate la low-res, del genere non ve ne può fregare di meno e odiate la formula episodica, lasciate perdere.

http://www.oldgamesitalia.net/

Dalla Spagna con paura e orrore: ecco The Last Door
di Giulio Tedesco

Quando Devitt si è ritrovato a raggiungere la casa del suo vecchio amico Anthony Beechworth non aveva idea di quello che lo avrebbe atteso: di quali strade si sarebbe ritrovato a percorrere e contro quali orrori celati tra passato e presente avrebbe dovuto affrontare.

La creatura scaturita dalla mente di tre ragazzi spagnoli riuniti sotto il nome di The game kitchen è un’avventura grafica con uno stile grafico assolutamente retrò e dalle tinte horror degne dei racconti di Lovecraft e Poe.

The Last Door è un capolavoro indie di natura episodica, finanziato puntata per puntata dagli stessi utenti che aderiscono al progetto. Lo abbiamo recensito per voi (ma anche per noi).

Un lavoro che unisce sviluppatori e utenza

Quello che mi ha colpito di The Last Door, al di là dell’avventura stessa – di cui è completa solo la prima stagione composta da quattro episodi – è la struttura creata attorno al gioco stesso.

Partiamo dal sito principale del gioco: quando leggete “Play the game” si intende proprio “mettete mano al titolo”. Per quanto sia distribuito su PC, Linux, Mac, Android e iOS, è possibile il gioco in modo totalmente gratuito dal browser stesso (o scaricarlo e giocare in locale); tra l’altro giocarlo dal sito è l’unico modo per poterlo fruire in italiano tramite traduzione amatoriale, aperta al supporto personalizzato dei giocatori che vogliono cimentarsi nella cosa.

Sempre dalla homepage del sito è possibile anche poter scaricare le colonne sonore degli episodi, donare una quota per il prossimo episodio in via di sviluppo e il forum dove parlare dello stato dei lavori, i feedback, pareri su ogni singolo episodio e così via.

Sono rimasto stupito, una volta effettuato il login, dalla barra che indica il quantitativo di denaro raccolto per lo sviluppo dell’episodio successivo: 15.000€. Perché questa cifra? Tac: basta cliccare nell’hyperlink sottostante per trovarsi in una pagina dove in modo assolutamente trasparente vengono indicati i motivi della necessità di tale cifra, più tutta la lista spese dei pagamenti, tra gente da pagare, scartoffie da firmare, operazioni di marketing, eccetera. Uno sviluppo che per molti versi mi ha ricordato quello del racer Project Cars ormai prossimo all’uscita, che condivide la stessa linea di sviluppo: porre sviluppatori e finanziatori del progetto su un piano di collaborazione e trasparenza quasi assoluta. Quando si sceglie di donare una cifra, sappiamo esattamente per cosa andrà a servire al posto di regalare del denaro senza avere un ritorno a livello informativo.

Gameplay: back to the 80’s

Veniamo ora al gioco: The Last Door. Prima stagione completa in 4 episodi, la seconda ha giusto l’interludio e il primo capitolo, il secondo è in via di sviluppo, con la raccolta fondi ad oggi arrivata a poco meno di 7.000€.

Punta e clicca assolutamente vecchio stile; si guarda e vengono in mente quelle avventure degli anni 80 che i giocatori PC di vecchia data hanno sicuramente impresse nella memoria. Si controlla tutto tramite mouse (o tap se giochiamo su tablet), con cui dovremo interagire tra i vari elementi presenti per superare i puzzle e proseguire il racconto.

Non voglio svelare nulla a livello di trama perché è il punto forte della produzione: carica di atmosfere horror misteriose, tra il reale e l’onirico. La vicenda è collocata nell’Inghilterra di fine ‘800, dove un gruppo di collegiali con una grande fame per la filosofia scopriranno che ci sono porte che non devono essere aperte. Saremo messi davanti alla visione di scene anche molto crude fin dall’inizio, riportate con quello spruzzo di pixel che basta e avanza per ricreare momenti che ci faranno saltare dalla sedia e mandare costanti segnali di allerta al nostro cervello, portandoci alla paura di scoprire cosa potremo trovare nella stanza successiva.

Nulla sarà come sembra e, nel viaggio che il protagonista compirà, sarà un crescendo di situazioni ed emozioni, fino al finale aperto che logicamente continuerà con il proseguire degli episodi.

A me che non piacciono le avventure grafiche per via della loro eccessiva lentezza, The Last Door ha colpito per la sua estrema immediatezza: il puntatore cambia contestualmente a seconda dell’interazione con i vari elementi dello scenario, per cui non sarà difficile mettersi a passare il mouse o il dito un po’ ovunque alla ricerca degli oggetti da interrogare. Tra mobile e PC ho comunque preferito la versione computer per via di un indicatore sempre presente su schermo e di un’illuminazione migliore: sul mio Nexus l’azione era tranquillamente fluida, ma un po’ troppo rivolta all’oscuro, unita alla necessità di tenere il dito su schermo per far comparire il puntatore. Aggiungete che su mobile sono disponibili solo le traduzioni ufficiali in spagnolo ed inglese (oltre che avere gli episodi 2, 3 e 4 a pagamento) e lo giocherete su PC anche voi, dato che funzionerà anche su ferrivecchi del secolo scorso.

Nella parte bassa dello schermo sarà presente l’inventario in cui avremo gli oggetti da raccogliere e ogni tanto da combinare per la risoluzione degli enigmi. Questi non sono troppo complessi e in tutta la prima serie solo un paio si sono dimostrati un po’ campati in aria, con delle soluzioni un po’ assurde e sicuramente non immediate. Non è presente un sistema di suggerimenti, per cui o fate lavorare la testa (o comunque iniziate a testare tutti gli oggetti su tutto) o dovrete ricorrere a qualche walkthrough esterno.

Non fatevi prendere dal panico e non lasciatevi ingannare dalla grafica del gioco: se adorate le tinte horror e misteriose degli autori citati in apertura, per quanto la tipologia di gioco non vi aggradi o la grafica la troviate un pugno in un occhio, godrete di tutta l’avventura, divorandola in una notte con un paio di cuffie al buio sotto le coperte. La durata della prima stagione si attesta sulle 5/6 ore, con una longevità di un’ora abbondante ad episodio, ma dipende anche da voi se vi bloccate davanti agli enigmi.

Non servono i poligoni: l’atmosfera è tutto

Ormai la foltissima schiera di titoli indie presenti sul mercato ha fatto abbastanza capire come non sia necessaria una grafica di miliardi di poligoni, effetti particellari e texture ad altissima risoluzione per trasportare il giocatore in un mondo fantastico. Quello che ritengo conti davvero in un videogioco sia l’atmosfera: più questa è carica, densa e imprevedibile e meno vi importerà dei personaggi che non hanno neanche le fattezze del viso, ma che riconosceremo giusto per la ben più basilare forma e colore dei capelli.

Stesso concetto vale per gli ambienti: il look vittoriano inglese da fine ‘800 trasuda in ogni pixel colorato su schermo. Nei vari ambienti si sente perfettamente mutare il contesto del protagonista: in mezzo al buio e alla nebbia l’incedere sarà più lento e cauto del normale e noi giocatori saremo li a respirare l’umidità e il mistero ad ogni passo che compieremo, per ritrovarci magari pesanti e sperduti nei vicoli dei sobborghi di Londra o cauti nell’esplorare la magione di una persona che stiamo cercando.

Tutto è basilare e in rimando al passato per quanto riguarda la grafica, ma una volta che si gioca non si riesce a pensare a come potrebbe essere diversamente. Quella manciata di sprite sono più che sufficienti perché accompagnati da una cura quasi maniacale; le animazioni anch’esse elementari, ma in grado di rimandare perfettamente alla realtà senza dover ricorrere alla fantasia per decifrare gli avvenimenti.

Cos’è poi l’atmosfera senza un degno accompagnamento musicale? Composta da Carlos Viola, la musica è incredibilmente capace di trasportare il giocatore con pianoforte e strumenti a corda come il violino. Giocatelo con le cuffie, come consigliano gli stessi sviluppatori, è tutto a vostro beneficio e non mi sentirei di immaginare un modo migliore per sentirsi avvolti dai toni malinconici di alcune tracce.

Non aspettatevi di certo un doppiaggio: è tutto scritto a testo, con la possibilità di poter riprodurre a testo i suoni ambientali per i non udenti o un modo per rendere più rotondo il carattere di lettura per non affaticarsi troppo.

The Last Door: le nostre conclusioni

Voto 9

Personalmente sono rimasto colpito moltissimo in positivo: ho completato la prima serie – e continuerò con quelli disponibili della seconda – e qualche volta sono saltato anche dalla sedia per via dei colpi improvvisi che capitano in alcune scene. Il titolo, come ho già detto, è liberamente giocabile più o meno ovunque, praticamente manca solo sugli store Microsoft ed è possibile anche acquistarlo da Steam a 10€ con dei contenuti esclusivi. Su Play Store e App Store invece il primo episodio è scaricabile gratuitamente, e per 3,20€ si sbloccheranno gli altri tre, con l’aggiunta di segreti, obiettivi e altri quattro miniepisodi. Se invece volete giocarlo gratuitamente e in italiano, basta andare sul sito ufficiale e registrarsi – o loggarsi tramite Facebook o Twitter.

Ho adorato l’atmosfera, la storia dalle tinte horror e oniriche, le musiche coinvolgenti e anche tutta la struttura di finanziamento e trasparenza da parte del team spagnolo.

Sono questi i progetti che mi ricordano che il gaming è tutto fuorché morto e stantio, con delle idee grandiose provenienti da giovani talentuosi che non meritano altro che la pubblicazione e la diffusione più grande possibile. Fatevi un favore e giocatelo anche voi, finitelo e poi finanziate il progetto con una donazione, in modo da permettere lo sviluppo e il proseguo degli altri episodi, che la trama è ancora lontana dal suo completamento: l’ultima porta è stata aperta.

https://www.ridble.com/







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